Con la luna piena di oggi si celebrerà il Vesak, una cerimonia buddista che è mobile come la Pasqua, infatti si celebra ogni anno quando il Sole splende nel segno del Toro ed illumina la Luna in Scorpione.
Durante il Vesak i buddhisti celebrano la nascita del Principe Gautama Siddharta, avvenuta cinquecento anni prima del Cristo, la sua illuminazione all’età di 35 anni, quando diventò il Buddha, che significa “risvegliato”, e la sua entrata nel Nirvana all’età di 80 anni: secondo quanto riportato dalle scritture, questi tre eventi sembrano essersi verificati durante il mese indiano di Vaisakha (dal 21 aprile al 21 maggio) nella notte del plenilunio.
La tradizione narra che il principe Gautama Siddharta scelse di abbandonare agi e ricchezze ed iniziò una nuova vita di ascesi e meditazione per comprendere l’origine della sofferenza nel mondo; fu così che divenne il Buddha. Grazie al suo altissimo livello di evoluzione spirituale raggiunse la perfezione, liberandosi così dalla necessità di tornare ad incarnarsi ancora sulla Terra, in quanto oramai aveva percorso tutti i gradini della Conoscenza. La sua morte, o meglio il passaggio nella dimensione di Luce, avvenne nell’anno 486 a.C. ed immediatamente raggiunse la soglia del Nirvana, il luogo della grande Liberazione.
Varcata la soglia sarebbe stato libero dal doloroso ciclo di morte e rinascita, ma mentre stava per varcare la soglia si volse verso il basso e vide tutti gli esseri umani schiacciati dalla sofferenza, dalla fatica, dalle malattie, dalla fame, esposti alla violenza della natura e dei loro stessi simili. Sentì il grido di dolore di tutte le creature, così lui, che era stato definito il Maestro della Compassione, decise di non andarsene e dinanzi ai Maestri della Gerarchia Astrale che lo attendevano formulò il solenne giuramento, ossia di non entrare nel Nirvana fino a quando non vi sarà entrato prima di lui l’ultimo degli esseri umani: fino a quel momento lui, il Buddha, rimarrà sulla soglia in amorevole attesa, ed ogni anno tornerà sulla Terra nel suo corpo di Luce a portare la sua Benedizione, la sua mano tesa per aiutare ed incoraggiare l’evoluzione spirituale dell’umanità.
Alice Bailey nel suo libro “Il ritorno del Cristo” ha affermato il valore simbolico di questa ricorrenza, non limitato all’ambito buddista, e da allora viene chiamato Wesak Acquariano.
Il Wesak ha quindi un significato molto vasto, non limitato ad una sola religione, in quanto tutta l’umanità ha la possibilità di ricevere la benedizione congiunta del Buddha, del Cristo e dei Grandi Maestri Spirituale, quegli Esseri Illuminati che da sempre vegliano per guidare l’evoluzione spirituale del pianeta. Si tratta di un appuntamento per l’anima adatto agli uomini di ogni razza, credo, cultura e filosofia di pensiero; ed è un’occasione per aprire il nostro cuore e tutto il nostro essere all’energia divina d’amore.
Dopo la guerra, nel 1946, la Grande Invocazione contenuta nel libro di Alice Bailey ha confortato milioni di persone, dando loro speranza:
“Dal punto di Luce entro la Mente di Dio,
affluisca luce nelle menti degli uomini.
Scenda Luce sulla Terra.
Dal punto di Amore entro il Cuore di Dio,
affluisca amore nei cuori degli uomini.
Possa Cristo tornare sulla Terra.
Dal centro ove il Volere di Dio è conosciuto,
il proposito guidi i piccoli voleri degli uomini;
il proposito che i Maestri conoscono e servono.
Dal centro che vien detto il genere umano,
si svolga il Piano di Amore e di Luce,
e possa sbarrare la porta dietro cui il male risiede.
Che Luce, Amore e Potere
ristabiliscano il Piano sulla Terra.”
Giuditta Dembech così scrive: “Partecipare al Wesak significa collegarsi attraverso la meditazione per ricevere e ridistribuire la Grande Benedizione impartita all’Umanità dai Maestri. Significa attraversare in meditazione la porta dimensionale; in quei pochi, straordinari minuti, un immenso fiume di energia viene irradiato sui presenti. Sono Grandi Energie di Luce, Amore, Fratellanza, Solidarietà ed Unificazione che attraverso la meditazione si concretizzano ed espandono.
Non è un’occasione commerciale, e non appartiene a nessuna religione o credo politico. È un dono offerto ogni anno in spirito di fraternità, con cuore puro e movente disinteressato.”
Buon Wesak, Francesca Zangrandi