Eccoci giunte al settimo appuntamento della rubrica “Lunedì al femminile”, che esce ogni primo lunedì del mese (se ti sei persa gli articoli anteriori, in fondo trovi i link per accedervi direttamente); il mese scorso abbiamo iniziato a parlare dei genitali esterni come portale divino del nostro tempio-corpo.
I genitali esterni sono la vulva e gli annessi, ossia il Monte di Venere, le grandi e le piccole labbra, la clitoride, le ghiandole vestibolari e l’apertura uretrale, quindi dal punto di vista topografico corrispondono in gran parte al triangolo anteriore del perineo, cioè allo spazio che si trova tra il margine inferiore della sinfisi pubica e la linea che unisce le due tuberosità ischiatiche.
Ultimamente mi è capitato di leggere che negli ultimi anni sono aumentati gli interventi di chirurgia estetica genitale che vede protagoniste le donne ma, soprattutto, le giovani donne e le adolescenti. Il fenomeno è diventato un vero e proprio boom, tanto che è oggetto di uno studio dell’Università di Melbourne, che indaga sul perché le ragazze e le giovani donne siano sempre più alla ricerca di interventi di chirurgia genitale estetica.
Secondo le stime, alcuni tra i più comuni interventi estetici genitali come la labioplastica e la vulvoplastica, sono più che raddoppiati, passando da 707 nel 2002-2003 a 1.584 nel 2013-2014. Il numero di richieste di intervento presentate da donne di età compresa tra 15 e 24 anni era simile al numero di donne tra i 25 ei 44 anni.
I dati mi sembrano davvero allarmanti. E la dottoressa Emma Barnard, ricercatrice sanitaria che ha trascorso quattro anni intervistando ragazze che hanno chiesto informazioni sugli interventi chirurgici o che hanno deciso di sottoporsi all’intervento, ha scoperto che la maggior parte di esse desiderava sapere di più su ciò che è ritenuto “normale” quanto a conformazione dei genitali.
Secondo la Barnard, il problema vissuto da queste ragazze e donne è che c’è una reale scarsità di immagini accurate di vulve che ha contribuito alla mancanza di comprensione comune intorno alla normale gamma di diversità anatomica.
Se guardate qualche sito di chirurghi plastici, tra i vari interventi troverete la vulvoplastica, che è così descritta: “un intervento di chirurgia estetica che ha lo scopo di correggere eventuali anomalie o difetti dei genitali femminili esterni. Spesso l’asimmetria e/o l’eccessivo sviluppo delle piccole labbra e la loro conseguente sovrabbondante sporgenza rispetto alle grandi labbra sono alla base di disturbi di natura funzionale o psicologica. Questa procedura chirurgica può essere inoltre associata ad un aumento di volume delle grandi labbra (lipofilling) per ridare tonicità e turgore. Questi inestetismi possono essere congeniti o acquisiti, ad esempio in seguito al parto.”
Quindi inizierei col dire che ogni donna ha le sue caratteristiche! Come ognuna di noi ha una sua conformazione fisica, determinati occhi, una certa forma del viso, del naso e delle labbra, così ognuna di noi ha la sua particolare vulva.
Per esempio, le labbra interne della vulva (piccole labbra) possono non essere affatto così “interne” e sporgere al di fuori delle grandi labbra; oppure possono starsene nascoste, ben rintanate dentro la vulva finché non si va a cercarle.
Inoltre, possono essere di una tinta unica ed omogenea, o mostrare diverse gradazioni di colore, diventando più scure verso le estremità. E in ognuno di questi casi sono normali, sane e belle! Lunghe, corte, rosa, beige, marroni: sempre normali!
Anche le grandi labbra variano da donna a donna: alcune sono ricoperte di peli folti, che possono arrivare fino alla coscia e intorno all’ano, mentre altre ne hanno pochissimi; alcune sono rigonfie, altre relativamente piatte; alcune hanno lo stesso colore della pelle circostante, mentre altre sono più scure o più chiare. Tutte normali e tutte belle!
Ricordo che la cultura in cui viviamo influenza l’idea che abbiamo dei genitali e della sessualità; e quanto più riusciamo a vedere il nostro corpo per quello che è, e non per i significati che gli vengono imposti dalla cultura, tanto più riusciremo ad accettarlo e amarlo così com’è, riconoscendone il suo grande valore.
C’è una reale carenza di immagini accurate e scientifiche dei genitali femminili, e questo sicuramente ha contribuito a far sì che vi sia molta confusione su cosa è “normale” e cosa non lo è. E poi le immagini del porno vengono modificate con mezzi digitali per conformarle a un modello specifico, con labbra “all’indentro” e colorazione omogenea.
Quindi le rappresentazioni culturali della vulva si limitano a una gamma di varianti molto ristretta, quando nella realtà i genitali presentano notevoli differenze tra una donna e l’altra; e quasi mai una delle tante possibili conformazioni può essere considerata patologica.
E questa maniera così limitata di rappresentare il corpo femminile può effettivamente cambiare la percezione, da parte delle donne, dell’aspetto che dovrebbe avere una vulva “normale”.
Pertanto, ti consiglio di dare un’occhiata all’opera “Great Wall of Vagina” dell’artista inglese Jamie McCartney, un muro di 400 calchi di vagine in gesso. L’opera è stata presentata per la prima volta nel 2012 a Londra e da allora ha fatto il giro d’Europa, continuando a stupire e scandalizzare migliaia di persone.
Particolare di “Great Wall of Vagina” dell’artista Jamie McCartney
Il suo messaggio è profondamente significativo: ogni corpo è diverso dagli altri, ed è proprio in questa diversità che consiste la normalità.
Infatti, l’artista spiega: “Se non si ha un modello sano di cosa sia la ‘normalità’, come possiamo sapere se siamo o no ‘normali’? La gente è perennemente ossessionata dal proprio corpo, e anche la sfera più intima è oggi a portata di mano della chirurgia plastica, che cerca di convincere le donne che sono in qualche modo imperfette.”
Dopotutto, la pornografia e la chirurgia estetica trasmettono messaggi devianti a proposito del corpo e delle svariate forme che per natura esso può assumere, e la diretta conseguenza è la poca consapevolezza nei confronti del proprio corpo e della propria intimità.
Quindi ricordiamoci che i nostri genitali, come l’intero nostro corpo, sono perfetti così come sono!
Ahava, Francesca Zangrandi
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Uscite precedenti della rubrica “Lunedì al femminile”:
Yoni, portale divino del corpo-tempio femminile
Utero-cuore, alchimia femminile
Utero, centro creativo femminile
Vivere in armonia celebrando la propria natura ciclica
Donne lunatiche
Le donne e la luna