Oggi, 25 dicembre, si festeggia il Natale, che in realtà è una festa universale che riguarda tutti, non solo i cristiani: infatti, la parola “Natale” viene dal latino “natus”, che significa “nato”, più il suffisso “alem”, indicante appartenenza, e la nascita è un avvenimento sia cosmico che interiore.
A partire dal 21 dicembre, solstizio d’inverno (nell’emisfero Nord, perché in quello Sud vivono la polarità opposta, ossia il solstizio d’estate), il Sole ha smesso percettibilmente di muoversi rimanendo tre giorni nel punto più basso della propria orbita attorno alla Terra e riprendendo poi lentamente il suo tragitto ascendente per consentire il ritorno della luce (processo di morte e rinascita).
E per la legge della corrispondenza di Ermete Trismegisto (“Come sopra, così sotto; come sotto, così sopra. Come dentro, così fuori; come fuori, così dentro. Come nel grande, così nel piccolo.”), il solstizio d’inverno rappresenta l’ingresso simbolico ad uno stato superiore di consapevolezza e la presa di coscienza della vera spiritualità.
La celebrazione del Natale è quindi un evento spirituale ed è legato ad antichi riti pagani: l’etimologia della parola pagano viene dal latino “pagus” (villaggio) o “paganus” (campagnolo), quindi i pagani erano coloro che abitavano nei villaggi, e solo in epoca cristiana il termine acquisì un’accezione negativa poiché gli abitanti dei villaggi rurali erano particolarmente restii a convertirsi al cristianesimo e continuavano a praticare il culto degli dei.
Quindi il Natale e le altre celebrazioni pagane ci ricordano che non abbiamo uno spirito astratto da un lato ed una natura priva di spirito dall’altro, ma che, come diceva il filosofo Friedrich Schelling, natura e spirito sono aspetti paralleli di un unico processo: la natura è lo spirito visibile e lo spirito è la natura invisibile.
Visto in quest’ottica, il Natale è dunque un momento di introspezione che ci invita ad entrare nella nostra personale grotta per prenderci cura della scintilla divina che custodiamo nel profondo di noi stessi e dare alla luce la nostra Coscienza Cristica: quando ci risvegliamo alla luce del Sole ed usciamo dalle tenebre (esterne ed interne), ritroviamo il valore della vita e la serenità.
Tutto questo lo ha ben espresso Paramahansa Yogananda: “L’universo è il corpo di Cristo: dovunque presente in esso, senza limitazioni, è la Coscienza Cristica. Quando riuscirete a chiudere gli occhi e, attraverso la meditazione, ad espandere la vostra consapevolezza fino a sentire l’intero universo come il vostro stesso corpo, Cristo sarà dentro di voi. Saprete allora che la vostra mente è una piccola onda di quell’oceano di Coscienza Cosmica in cui Cristo risiede.”
Il Natale è la festa della luce: la luce del bene che vince il male, la luce dell’amore che supera l’odio, la luce della vita che sconfigge la morte. Quindi apriamoci alla luce, soprattutto a quella invisibile agli occhi ma non al cuore, e lasciamo che la luce e l’amore manifestino una nuova umanità, un nuovo paradigma qui sulla Terra.
Buon Natale, ma soprattutto buon risveglio! Francesca Zangrandi