Oggi non solo entriamo nel mese di febbraio, ma siamo giusto a metà tra il solstizio d’inverno e l’equinozio di primavera; e questo periodo di transizione, che dalle feste solstiziali ci conduce all’equinozio primaverile, è contrassegnato da varie feste e cerimonie.
La parola “febbraio” deriva dal latino “februare” e significa “purificare” o “rimediare agli errori”, e in effetti nell’antica Roma febbraio era l’ultimo mese dell’anno e vi si tenevano i Lupercali, la festa della purificazione, e i primi giorni di febbraio si festeggiava il ritorno della Dea Februa, fertile e viva, la quale trionfa sul Dio della morte che ha purificato tutto col gelo dell’inverno. E dalla purificazione nasce il primo verde, che viene a ridare vita alla terra; i primi germogli spuntano e si avvertono i primi sintomi di una nuova nascita.
I Celti iniziavano febbraio festeggiando Imbolc. L’etimologia della parola è controversa: “grande pioggia”, che può riferirsi ai mutamenti climatici della stagione ma anche all’idea di una purificazione dalle impurità invernali, o “nel sacco”, inteso come “nel grembo”, con riferimento simbolico al risveglio della natura nel grembo della Madre Terra.
Durante il solstizio d’inverno la Dea ha partorito il nuovo Sole-bambino ed ora, dopo la prima quarantena del puerperio, la sua energia è rinnovata. La Dea Fanciulla rappresenta il nuovo che rinasce dal vecchio, è la luce dopo le tenebre, e in effetti in natura è il momento in cui si cominciano a notare i primi segni della vita che ritorna: le ore di luce aumentano ogni giorno, cominciano ad apparire i primi fiori ed inizia a scorrere la prima acqua che arriva dallo scioglimento della neve; la vita giace ancora dormiente nei semi della Terra e nelle radici delle piante e degli alberi, ma viene stimolata e accelerata dal tocco della Dea Fanciulla.
Un altro significato della parola “Imbolc” è “latte di pecora”, perché questo è il momento in cui nascono i primi agnellini dell’anno, e il primo latte della pecora segnala il fiorire della nuova vita.
E questi segnali di rinnovata energia li notiamo anche in noi stessi: infatti, come l’archetipo della Fanciulla, la nostra attenzione inizia a dirigersi verso l’esterno ed iniziamo a sognare e nutrire nuove idee, nuovi concetti e nuovi modi di pensare; l’energia comincia ad aumentare e ci aiuta a liberare la mente e a focalizzare bene dove dirigere i nostri passi.
Nel calendario di Coligny (un’epigrafe in lingua gallica risalente alla fine del II secolo d.C), invece, Imbolc viene chiamato Ambivolcios, che significa “attorno al lavatoio”, ricordandoci quindi quanto questo periodo dell’anno sia associato alla purificazione.
Imbolc è una delle quattro feste celtiche dette “feste del fuoco”, inteso sotto il suo aspetto di luce, e viene onorata Brigit (conosciuta con diversi nomi: Brid, Bride, Bridie, Brighid, Brigida, Brigantia…): in origine era la Dea universale (Fanciulla, Amante, Madre e Crona), ma nel corso del tempo è stata associata in particolare con l’aspetto della Dea Fanciulla. Il suo nome proviene dalla radice “breo” (fuoco) ed è la triplice Dea del Fuoco: è il fuoco dell’ispirazione, la Musa, la Dea della poesia (poesia deriva da “poesis”, creazione); è la Dea del focolare; ed è la Dea della forgiatura, la Signora dell’Alchimia che ci apre le porte per entrare in contatto con il Fuoco della Vita (con il cristianesimo si convertì in Santa Brigida).
Ovviamente l’accensione rituale di fuochi e falò ne costituisce la caratteristica essenziale, in quanto è il periodo della luce crescente, e più tardi, con il cristianesimo divenne la Candelora, la festa delle candele nella quale si benedicono e si distribuiscono ai fedeli candele, simbolo del nuovo fuoco vitale che riappare in natura per grazia divina, preparando la primavera. E la Candelora celebra la purificazione della Vergine Maria e la presentazione di Gesù al Tempio, avvenuta quaranta giorni dopo la sua nascita.
E ricordiamoci che le festività della Ruota dell’Anno sono solamente delle porte energetiche che ci transitano in una nuova stagione, quindi Imbolc è la stagione che ci accompagnerà fino al prossimo equinozio di primavera, ossia il periodo in cui ci si scrolla di dosso le impurità dell’inverno per prepararsi al risveglio della primavera. La campagna si riammanta di verde, la vita degli animali riprende, gli insetti riconquistano il loro regno, lo scioglimento dei ghiacci permette alle acque di tornare a scorrere, il giorno si allunga e ruba ore alla notte… quindi utilizziamo il fuoco, l’elemento per eccellenza della trasmutazione, purificare e trasformare tutto ciò che nella nostra vita ha bisogno di una nuova vibrazione, e chiediamo a Brigid che ci aiuti a rivelare l’oro della nostra anima, affinché possiamo esprimere la nostra voce autentica.
E domani sarà una data palindroma, ossia si può leggere indifferentemente da sinistra verso destra (come di solito facciamo) o da destra verso sinistra: 02-02-2020. E questa data così curiosa apre un portale quantico che avviene ogni 1010 anni: il precedente è stato nell’anno 1010 e il prossimo sarà nel 3030.
La somma dei numeri ci dà otto, che rappresenta la padronanza nel governare il potere, sia materiale che spirituale; ossia, sotto la sua influenza siamo incoraggiati ad assumere un ruolo di potere con la consapevolezza delle responsabilità che questo comporta.
Il numero otto, simbolo dell’infinito, è considerato il numero dell’equilibrio cosmico; rappresenta l’integrità e la completezza dell’età matura, ed indica il pieno sviluppo delle risorse materiali e terrene. Come raddoppio del numero quattro, l’otto è associato alla volontà del Costruttore (archetipo del numero quattro), le doti del leader. Infatti, l’archetipo del numero otto è il Sovrano, colui che si impegna per realizzare materialmente la sua vita e i suoi desideri, ma lo fa utilizzando le sue doti per portare beneficio anche agli altri e al pianeta, mettendosi al servizio per migliorare il mondo.
Però, essendo un portale che avviene molto raramente, capiamo che muove molta energia, che la sua risonanza è massima, ma che ha bisogno di un lungo periodo di consolidazione ed espansione.
E possiamo dire che il portale 01-01-1010 ha portato la coscienza collettiva dell’umanità a lavorare la vibrazione del numero uno, mentre questo portale ci spinge a lavorare la vibrazione del numero due.
Il numero uno ha come caratteristiche l’individualismo, l’indipendenza e la volontà di autoaffermarsi; e nei Tarocchi al numero uno corrisponde la carta del Mago, conosciuto anche come Bagatto. Questo Arcano rappresenta una persona dotata di intelligenza e capacità creativa, che sa usare gli strumenti a disposizione per realizzare ciò che vuole; è padrone di sé stesso e per progettare il suo futuro agisce seguendo la ragione, non l’istinto.
Quindi fino ad ora come umanità siamo stati invitati a dare una direzione alla nostra vita, ma agendo individualmente; invece ora in questo millennio siamo invitati a lavorare la dualità e l’unione di due elementi (maschile e femminile).
Il numero due nei tarocchi è associato alla carta della Papessa, conosciuta anche come la Sacerdotessa, la quale rappresenta l’illuminazione spirituale attraverso la sintonizzazione con il proprio intuito, ossia ci dice di cercare le risposte all’interno, diventando maestri di noi stessi; ci chiede di abbracciare il divino femminile onorando la connessione con la nostra intuizione e saggezza interiore, bilanciando ed integrando maschile e femminile all’interno di noi per poi trovare questa collaborazione del due anche all’esterno.
Infatti, nella carta la Papessa è seduta su un trono tra due colonne, una bianca ed una nera, che potrebbero essere paragonate allo yin e allo yang, ricordandoci che viviamo nella dualità e tutto ha una polarità; quindi potremmo dire che questo portale ci spinge alla relazione e alla collaborazione, uscendo dall’individualità in cui siamo stati, cercando l’unione, la relazione sana ed equilibrata che sottende la conoscenza e l’accettazione della dualità.
Ahava, Francesca Zangrandi