Già siamo nel mese di novembre, un numero undici. L’undici è il primo dei numeri maestri e se guardiamo la sua forma, vediamo due pilastri a formare un portale che si pone tra l’ispirazione divina e la manifestazione radicata, un canale che ci rimanda al canale del parto e alla nuova nascita che dovremo affrontare per poter evolvere.
Per Pitagora, essendo l’aggiunta di un’unità alla completezza del dieci, l’undici era il simbolo del rinnovamento e rappresentava le forze del caos (inteso come rivoluzione di un ordine precedente) per allineare la realtà ad un piano più elevato. Il numero undici simboleggia l’inizio di un progresso, di un rinnovamento o il capovolgimento di una situazione, ed effettivamente questo mese sarà molto, ma molto intenso a livello energetico.
Per iniziare, domani sera ci sarà il novilunio nel segno dello Scorpione: non solo la Luna e il Sole saranno congiunti in questo segno, ma insieme anche a Marte e l’asteroide Medusa che si trovano nello stesso segno, più Mercurio che sta transitando gli ultimi gradi della Bilancia e venerdì sera entrerà nel segno dello Scorpione. E anche l’asteroide Vesta si trova nel segno dello Scorpione.
Lo Scorpione è un segno di morte e rinascita e ci invita alla trasmutazione. Infatti, è legato alla stagione della trasformazione, quando le foglie cadono, si decompongono e diventano nutrimento per la terra, preparando così il terreno per i semi, apparentemente inerti, che attendono l’arrivo della primavera per risorgere a nuova vita. Lo Scorpione non teme l’oscurità, le sue energie vanno verso il buio e il profondo, e ci porta giù per affrontare le nostre emozioni più profonde (segno d’Acqua) e poter così chiudere con tutto ciò che non è stato completamente elaborato e che in qualche modo ancora influenza la nostra vita e le nostre scelte.
Nel buio nasce la nuova vita
Noi stessi siamo nati nel buio del ventre materno e il seme si attiva e cresce nel buio del ventre di Madre Terra. Per i Celti e gli Esseni il giorno inizia di notte, riconoscendo che l’atto creativo della vita inizia nel buio, e considerando quindi i giorni bui della stagione oscura il momento della gestazione, il tempo di sognare e creare.
Quindi approfittiamo di questo periodo dell’anno e delle energie dello Scorpione per rallentare e ritirarci, passando dall’esteriorità all’interiorità, scendendo fino al nostro centro per scoprire la nostra essenza più pura, la nostra verità, il nostro potenziale, la nostra creatività. E per lasciar morire ciò che non risuona con la nostra anima!
Non dobbiamo temere la morte, perché in realtà è solo apparente, è una trasformazione, e senza la morte non può esserci la vita. La natura non muore mai, anche se non la vediamo, la vita prosegue in profondità; nell’universo nulla si distrugge, così come nulla si crea, ma tutto si trasforma: quello che per la foglia è morte, per la terra è nutrimento e copertura!
Anche noi attraversiamo costantemente cicli di vita-morte-rinascita: ad esempio sperimentiamo una morte metaforica ogni volta che si chiude una relazione, di qualsiasi natura sia; ogni volta che lasciamo un lavoro, che lasciamo una casa o un paese per trasferirci da un’altra parte; ogni mese, quando c’è la luna nera, poco prima che la luna torni ad essere di nuovo visibile nel cielo; se siamo donne, ogni mese sperimentiamo una morte durante il sangue lunare; e se abbiamo partorito un figlio, siamo morte come figlie per rinascere madri. E comunque tutti l’abbiamo sperimentata quando ci trovavamo nel grembo di nostra madre, poco prima del parto: nel caldo utero ci sentivamo al sicuro, protetti, ma ad un certo punto, per poter crescere, siamo dovuti uscire dall’utero, attraversando il momento del parto, altrimenti saremmo morti; quindi, abbiamo scelto di vivere affrontando qualcosa di sconosciuto, affrontando la morte di qualcosa che conoscevamo per rinascere a qualcosa di nuovo, lasciando la nostra vita uterina e passando alla vita tra le braccia di nostra madre.
“Molti di noi cercano sé stessi qui, alla luce. Non troverete quello che cercate. Dovete mettervi carponi dentro, dove qualche volta c’è un buio spaventoso, e scoprire cose meravigliose su voi stessi. – Leo Buscaglia”
E in questo periodo dell’anno, accompagnati dal segno dello Scorpione, possiamo passare dalla morte alla rinascita, quindi lasciamoci accompagnare in questa morte, consapevoli che è solo l’inizio della nostra nuova nascita di luce. Questa luna ci ricorda che la sicurezza è data dalla capacità di trasformazione continua: chi riesce a far morire ciò che non serve più, entra in qualcosa di nuovo; chi riesce ad affrontare le proprie ombre, splende di luce.
La Luna e il Sole sono in opposizione esatta a Urano in Toro, che rappresenta l’imprevisto e la trasformazione, quindi non stupiamoci se ci troviamo a vivere esperienze caotiche e improvvise, ma piuttosto prepariamoci a trovare soluzioni non scontate e che ci facciano uscire dalla nostra zona di comfort. Sia i pianeti in Scorpione, sia Urano, sono in quadratura con Saturno in Acquario, formando una T quadrata: il lavoro (Saturno) per scoprire ciò che è nascosto (Scorpione) e poter avanzare (Urano) non sarà facile, probabilmente qualcosa ci scuoterà nel profondo, ma in opposizione a Saturno troviamo l’asteroide Melusina nel segno del Leone, che ci indica la via d’uscita.
Melusina, la sirena bicaudata che conosce i segreti delle acque oscure e profonde, dove si nascondono le nostre fantasie e il nostro potere creativo, colei che ci connette con l’ispirazione, con la memoria dei doni che abbiamo ereditato, con il nostro utero, ci invita a dare libero sfogo alla nostra creatività e alle nostre fantasie più profonde: in questo modo possiamo riconnetterci con il processo creativo e partorire nuovi sogni, ma solo se guardiamo nelle nostre profondità e sradichiamo le vecchie idee aprendoci a nuove possibilità, anche audaci e innovative.
Solve et coagula, il motto della trasformazione alchimica
Quindi direi che questo momento energetico lo possiamo paragonare alla prima fase del processo alchemico: Grande Opera o Magnum Opus è il nome attribuito al percorso alchemico che porta alla realizzazione della Pietra Filosofale o Lapis Philosophorum; per realizzare la Grande Opera bisogna portare a compimento delle trasmutazioni alchemiche, che originariamente erano quattro (Nigredo, Albedo, Citrinitas e Rubedo), ma che a partire dal XV secolo circa furono ridotte a tre (Nigredo, Albedo e Rubedo).
Essenziale al conseguimento dell’Opus è la morte iniziale e la successiva Putrefactio, espressa simbolicamente con l’immagine del seme che nella terra marcisce per poi germogliare e dare origine a nuova vita. Questa fase corrisponde alla Nigredo, che rappresenta la fase in cui la materia deve essere decomposta per poter ritornare al suo stadio primitivo, alla condizione del caos originario da cui ha avuto origine tutta la creazione; ossia, prima bisogna distruggere gli elementi per poterli ricomporre successivamente in una sintesi superiore.
Quindi lasciamo il controllo, arrendiamoci alla vita, accettiamo i cambiamenti, fluiamo con essi e apriamoci al nuovo.
Buona luna nuova, Francesca Zangrandi