Luna piena in Sagittario ed eclissi penombrale di Luna

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Ogni luna piena è un momento culminante e di fioritura di ciò che è stato seminato al momento della luna nuova nello stesso segno zodiacale, circa sei mesi prima, e domani la luna sarà piena nel segno del Sagittario.
Il Sagittario è l’ultimo segno dell’elemento Fuoco, ma il suo fuoco non è quello impetuoso dell’Ariete, interessato alla conquista, e non è nemmeno il fuoco radioso e forte del Leone, intento alla magnificenza dell’io; nel fuoco del Sagittario prevalgono l’iniziativa dell’Ariete e il coraggio del Leone, ma è un fuoco meno materiale e più spirituale, che porta all’illuminazione.

E dei tre segni di Fuoco, il Sagittario è quello più spirituale, in quanto il suo fuoco illumina piuttosto che scaldare: infatti, il suo segno grafico è la freccia puntata verso l’alto, simbolizzando così l’intento di andare verso un punto lontano, diverso da dove si è.
Tra l’altro punta verso il cielo, ossia verso un piano evolutivo più alto, più consapevole, dove si desidera sapere chi si è, da dove si viene e soprattutto dove si sta andando. Quindi questa luna ci parla di espansione e apertura, e per espandere la nostra comprensione della verità dobbiamo sperimentare qualcosa di nuovo, di diverso, lo sconosciuto, anche se ci fa paura, perché solo da una nuova prospettiva possiamo trovare nuove opportunità.

Il Sagittario ci chiede di lavorare la maestria che abbiamo appreso con il segno dello Scorpione e con le varie morti che abbiamo sperimentato: il motto chiave dello Scorpione è “io rinasco”, mentre quello del Sagittario è “io comprendo”.
La parola “comprendere” deriva dal latino “cum” che significa “con” e “prehendere” che significa “prendere”, quindi è un contenere che è anche includere, un capire che è anche afferrare; una considerazione che riorganizza e ridisegna ogni assetto precedente, ossia creare un nuovo disegno senza escludere nulla. E non a caso il Sagittario è l’archetipo che ci permette di raggiungere una nuova consapevolezza e di aprirci a nuovi punti di vista attraverso il cambiamento di schemi di pensiero.

Sappiamo che ogni ciclo lunare, nelle varie culture è stato relazionato a una pianta, un colore, un animale, un elemento, ecc… e di conseguenza ad ogni luna sono stati attribuiti diversi nomi a seconda della cultura. Questa luna, per esempio, viene anche chiamata la “Luna del Miele”, ricordandoci la relazione del mese di giugno con le Melisse (giugno è un numero sei, il numero della Dea, del femminile, dell’armonia e dell’amore).
Il nome “Melissa” deriva dal greco “meli”, che significa “colei che è datrice di miele, colei che offre il miele”, riportandoci quindi all’ape. E il generico termine greco “melissae”, designante l’ape, appare più volte nella mitologia greca come nome proprio di numerose ninfe e figure femminili, tanto che è divenuto appellativo stabile delle sacerdotesse in diversi culti.

L’ape, grazie al suo operato, è da sempre considerato un simbolo di ricchezza, di benessere, di regalità; con il processo alchemico di trasformazione del nettare in miele ci ricorda che nulla muore ma tutto viene trasformato, e che ogni trasformazione è una rinascita. Ci ricorda quindi che anche noi possiamo trasformare la nostra vita, in ogni momento, grazie a un processo interiore di riconnessione con la nostra luce e di trasformazione del piombo in oro.
Non a caso questo plenilunio sarà accompagnato da un’eclissi penombrale di Luna, la prima eclissi della stagione (le prossime saranno il 21 giugno e il 5 luglio). Il tempo delle eclissi è uno spazio di grandi movimenti e profondo potere, dove si creano cambiamenti visibili, dove si manifesta ciò che richiede cambiamenti, spostamenti e azioni concrete. In un certo senso è come se ci trovassimo abbandonati a noi stessi, senza luce esterna, e dovessimo quindi affidarci alla nostra luce, alle nostre risorse interne per poter avanzare; per questo motivo le eclissi ci permettono di fare un salto evolutivo.

In ebraico, Sagittario si dice Keshet, cioè arcobaleno: l’arcobaleno costituisce un ponte tra cielo e terra, e a livello simbolico rappresenta la speranza, il ritorno alla pace, l’armonia e la compiutezza; indica la fine delle difficoltà, la capacità di rinascere e cogliere nuove occasioni. La sua forma ad arco ricorda un ponte, rimandando alla nostra capacità di attraversare le prove dell’esistenza; e nella cultura Navajo rappresenta l’iniziazione, ossia la fine della vecchia vita a favore di una rinascita.
Buona luna di rinascita, Francesca Zangrandi

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